Creatore del Pop Management
Origini e fondamenti
Il Pop Management nasce come risposta radicale alla crisi irreversibile dei modelli organizzativi tradizionali, plasticamente evocati — non a caso — dal Titanic, affondato proprio il 15 aprile, data in cui, nel 2024, ha preso il via il progetto Prolegomeni al Manifesto del Pop Management sul blog di Nova100 – Il Sole 24 Ore. È una data simbolica: l’inizio di una navigazione verso territori organizzativi ancora inesplorati, che rifiutano la staticità e il determinismo della cultura manageriale “scientifica” novecentesca per abbracciare una visione rizomatica, fluida, empatica.
Alla base del Pop Management c’è un’intuizione chiara: se l’impresa vuole essere ascoltata oggi dai suoi stakeholder, deve parlare il linguaggio della Cultura Pop, inteso non come intrattenimento effimero, ma come terreno di senso condiviso, dove si formano e si rinnovano continuamente valori, estetiche e relazioni. In un mondo dominato da podcast, serie tv, reel e videogiochi, anche i contenuti e i processi aziendali devono adottare format riconoscibili, partecipativi, capaci di coinvolgere emotivamente e intellettualmente chi li fruisce.
L’intelligenza collaborativa che ha reso possibile il progetto non è stata un effetto collaterale, ma un fondamento metodologico: da subito il percorso dei Prolegomeni si è trasformato in un’opera corale, generando una comunità transdisciplinare e intergenerazionale composta da manager, studiosi, giornalisti, professionisti e lettrici/lettori curiosi (common readers, direbbe Virginia Woolf), che hanno alimentato il dibattito con contributi, eventi, laboratori, esperienze conviviali e strumenti digitali. Questo ecosistema si è dotato nel tempo di nuove forme di comunicazione (canali WhatsApp, Evolution Lab, community LinkedIn, incontri pubblici) che hanno rafforzato l’identità e il coinvolgimento del “popolo del Pop Management”.
Ma le radici affondano ancora più indietro, nella seconda metà degli anni Novanta, in una serie di esperienze che ne costituiscono i veri e propri fondamenti filosofici, editoriali e organizzativi. Dalla rivista Hamlet (1997-2003), che anticipava già un approccio metadisciplinare e umanistico, al Manifesto dello Humanistic Management (2004), il primo documento italiano a delineare un modello d’impresa fondato sulla centralità della persona, sulla narrazione e sul senso condiviso. Il progetto Nulla due volte (2006), nato dalla poesia di Wislawa Szymborska, rappresenta un primo tentativo di collegare introspezione, arte e management; Le Aziende Invisibili (2008), romanzo collettivo ispirato a Italo Calvino, introduce la narrazione come pratica organizzativa; Alice Postmoderna (2011), segnalata dalla Presidenza del Consiglio come esempio di innovazione, sperimenta già l’uso combinato di blog, social, video e storytelling come strumenti di senso aziendale.
La riflessione si fa sempre più strutturata con Intelligenza Collaborativa (2013-2014), che individua nella co-creazione una leva strategica per lo sviluppo personale e organizzativo. E sfocia, più recentemente, nei due progetti che costituiscono la premessa diretta dei Prolegomeni: Librare (2020-2021), dieci conversazioni sul futuro del libro condotte a partire dai testi di Carroll, Kelly e Fellini, e Ariminum Circus – Stagione 1 (2024), un’opera transgenere e transmediale che incarna in forma narrativa i princìpi stessi del Pop Management.
Il Pop Management non è quindi un prodotto teorico nato a tavolino, ma l’esito organico di una lunga serie di esperienze editoriali, artistiche e filosofiche che condividono tre assunti:
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La cultura pop non è inferiore alla cultura alta, ma è un laboratorio vivo di pensiero, emozione e identità. Qui risuona la Pop Filosofia di Deleuze, secondo cui ogni forma espressiva – dal cinema ai fumetti – può produrre conoscenza e valore.
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Il sapere è rizomatico, non lineare: come teorizzato in Mille Piani, non si sviluppa in forma gerarchica, ma per connessioni orizzontali e imprevedibili. Questo vale anche per l’organizzazione aziendale, che deve ripensarsi come spazio di senso aperto, fluido, con più punti di ingresso e possibilità di sviluppo.
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Il pensiero è nomade, non fissato in categorie. È capace di contaminarsi, di mescolare linguaggi, di ibridare formati. Non esiste più distinzione tra narrativa e saggistica, tra romanzo e trattato, tra intrattenimento e riflessione. Ariminum Circus ne è la dimostrazione più chiara: un’opera che coinvolge chi ama Fellini e chi gioca ai videogiochi, chi studia filosofia e chi programma intelligenze artificiali.
Così, il Pop Management si configura come una nuova filosofia del fare impresa, capace di integrare sensibilità artistica e visione strategica, esperienza estetica e impatto sociale. Non solo una teoria, dunque, ma un movimento in atto, radicato nella realtà ma aperto all’utopia che si articola in una serie di pratiche e riflessioni mirate a rendere l’impresa un soggetto culturalmente rilevante, capace di parlare lo stesso linguaggio delle persone con cui entra in relazione.
I suoi ambiti di intervento comprendono:
1. Format Pop
Utilizzo di strumenti comunicativi come podcast, video brevi, graphic novel, meme e altri linguaggi nativi digitali per rafforzare l’engagement di dipendenti, clienti e stakeholder.
2. Gamification e AI generativa
Applicazione della gamification e di tecnologie basate su modelli generativi di intelligenza artificiale, come la Retrieval Augmented Generation (RAG), per creare esperienze immersive nei contesti aziendali, con finalità formative e motivazionali.
3. Tecniche comunicative Pop
Impiego di tecniche quali il remix, il riuso creativo, il retelling, l’interattività, l’accessibilità e la condivisione per migliorare l’efficacia dei processi interni ed esterni all’organizzazione.
4. Pop Leadership
Valorizzazione della “convocazione” come atto di leadership, ovvero la capacità di coinvolgere le persone attorno a una visione o a un progetto comune, stimolando iniziativa, dialogo e senso di appartenenza.
5. Empatia sistemica
Estensione del concetto di empatia alle dinamiche sistemiche, intesa come comprensione dei sentimenti, dei ruoli e delle relazioni all’interno di strutture complesse come organizzazioni o comunità.
6. Hypermedia Platfirm
Descrizione dell’impresa Pop, nel quadro dell’ambiente ipercomplesso e ipercomunicativo contemporaneo, che richiede risposte basate su iperpersonalizzazione, collaborazione e consapevolezza culturale (iperculturalità), oltre a una gestione responsabile dei dati e della privacy: in sintesi, una Hypermedia Platfirm, ovvero una piattaforma transmediale e collaborativa che si adatta a una società sempre più digitalizzata e a identità fluide, denominate Iperidentità.
7. Cultura della cura
Promozione di una visione del management fondata sulla responsabilità relazionale e sul benessere collettivo, che supera la gestione delle risorse umane in senso tradizionale.
8. Produzione di significato condiviso
Riflessione sul modo in cui l’esperienza individuale viene trasformata in senso condiviso, attraverso processi narrativi e collaborativi all’interno delle organizzazioni.
9. Intelligenza collaborativa
Concetto che integra le teorie dell’intelligenza collettiva (Pierre Lévy), connettiva (Derrick de Kerckhove) ed emotiva (Daniel Goleman), promuovendo la co-creazione e l’empatia come asset strategici.
10. Integrazione umano/macchinico
Esplorazione della relazione tra persone e tecnologie emergenti, con riferimento all’ergonomia cognitiva e alla necessità di un approccio umanistico e critico nell’adozione dell’intelligenza artificiale.
Finalità
L’obiettivo del Pop Management è trasformare l’impresa in un soggetto capace di produrre senso, costruire relazioni significative e contribuire alla cultura contemporanea. Attraverso una visione interdisciplinare e transmediale, propone una nuova grammatica del management in linea con le trasformazioni tecnologiche, sociali e culturali dell’epoca post-digitale.
Bibliografia
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Marco Minghetti, Prolegomeni al Manifesto del Pop Management, Nova100 – Il Sole 24 Ore (2021-2024)
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Marco Minghetti, Pop Management. Forme e format per l’Impresa nell’era dell’Ipermondo (in preparazione)
MarcoMinghetti.com
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