La digitalizzazione dei processi produttivi: dall’automazione allo Smart Manufacturing

Sempre più frequentemente si sente parlare di Fabbrica 4.0 come fenomeno legato all’impatto sul settore manifatturiero di fenomeni come l’Internet of Things e i Big Data.

A parte il fatto che la manifattura intelligente è fatta di molti altri elementi (dalla robotica avanzata alla produzione virtuale passando per le stampanti 3D), francamente trovo un po’ spiazzante il fatto che il manifatturiero sia improvvisamente passato dall’essere un settore ancora immerso in modelli culturali, organizzativi e tecnologici taylor-fordisti totalmente “0.0” all’essere un settore di punta della Digital Transformation in atto, attraverso una crasi tanto creativa quanto improbabile fra i concetti di “quarta rivoluzione industriale” e “web 2.0”: l’ignoranza genera mostri, che gli addetti ai mass media non hanno mancato, come da copione, di sbattere in prima pagina.

Come infatti è ormai largamente noto, da una parte, il concetto di web 2.0 è stato introdotto da Tim 0’Reilly per indicare il passaggio dal concetto di Web 1.0, inteso come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici, creati con l’uso del linguaggio HTML (1989, Tim Berners-Lee), nel contesto del quale l’utente resta un semplice “lettore”, a quello di Web 2.0, che determina una vera e propria rivoluzione copernicana in quanto mette al centro il singolo essere umano con la sua rete di relazioni. In altre parole, ci si riferisce alla trasformazione del Web da una estensione del sistema dei massmedia basato sul broadcasting dei contenuti a uno spazio basato su un nuovo ruolo della persona: dalla semplice lettura alla possibilità di contribuire popolando il Web non solo alimentandolo con propri contenuti, ma anche riaggregando in maniera personale i contributi immessi da altri.

Dall’altra, in un ambito concettuale e semantico completamente diverso, si parla di “quarta” rivoluzione industriale perché, secondo una linea interpretativa ampiamente discutibile, ci sarebbero state:

una prima rivoluzione industriale, guidata dalla meccanizzazione delle produzioni tessili, resa possibile dall’energia idraulica, ma soprattutto dall’invenzione della macchina a vapore; la data simbolo è il 1784, anno di introduzione del primo telaio meccanico;

la seconda rivoluzione industriale, caratterizzata dall’avvio della produzione di massa, resa possibile dalla divisione del lavoro e dall’uso dell’energia elettrica; la data fondamentale è il 1870, anno di introduzione della prima linea di assemblaggio;

la terza rivoluzione industriale, avvenuta quando le tecnologie informatiche hanno consentito di automatizzare i processi, introdurre i robot e velocizzare i tempi e delocalizzare le produzioni; il 1969 è l’anno che ha visto il primo controller logico programmabile;

la quarta rivoluzione industriale, che è in pieno svolgimento ed è caratterizzata dalla digitalizzazione di tutta la gestione, che consente la virtualizzazione di una parte delle operazioni (come ad esempio la realizzazione di prototipi), il dialogo a distanza tra macchine, sensori e computer e la possibilità di monitorare e correggere in tempo reale ogni singolo dettaglio del processo.

Chiarito quindi che “Fabbrica 4.0” è una vera e propria teratologia concettuale che mette insieme ambiti diversi in maniera del tutto inappropriata, resta che diventa urgente capire più esattamente in cosa consista il fenomeno  più propriamente indicato con i termini Smart Manifacturing o Fabbrica Intelligente, dal momento che stiamo parlando di un settore che rappresenta il 15% del PIL generato nel nostro Paese. In particolare, i beni strumentali costituiscono il primo settore dell’export italiano e assicurano così all’Italia una posizione molto forte nel panorama internazionale. Si stima, inoltre, che per ogni posto di lavoro nell’industria, si creino circa due posti supplementari nei servizi ad essa associati.

Il punto sulla questione verrà fatto ad un convegno promosso da Autoware dal titolo “La digitalizzazione dei processi produttivi: dall’automazione allo Smart Manufacturing“ che si svolgerà a Vicenza, nella Sala Odèo del Teatro Olimpico il 20 maggio dalle 14 e 30. “L’evento – afferma il CEO di Autoware Luigi Bernardini - punta ad affrontare un tema che in questo momento è molto sentito dalle aziende manifatturiere, dando visibilità ai processi di trasformazione che sono in corso nel contesto produttivo. L’arrivo della Fabbrica intelligente sta cambiando le regole del gioco per aziende di tutte le dimensioni, ed anche chi fino ad ora non sembrava interessato ad introdurre elementi digitali in produzione si sta rendendo conto della necessità di evolvere, ed è interessato a conoscere storie e punti di vista di altre realtà in cui questo cambiamento sia già avvenuto”. L’idea è di creare un’occasione in cui alcune persone, con una visione particolarmente lungimirante e proiettata al futuro, si confrontino a beneficio del pubblico su quanto hanno fatto, stanno facendo o sulle direzioni che prenderanno con le proprie aziende in ambito Smart Manufacturing, e sulle loro opinioni rispetto ai trend emergenti.

In questo quadro risulta preziosissima l’attività di roadmapping del Cluster Fabbrica Intelligente, che si basa sulla definizione di visioni e strategie per la ricerca e l’innovazione con lo scopo di individuare gli scenari di sviluppo del manifatturiero italiano con un orizzonte temporale di medio/lungo periodo. L’attività svolta ha portato all’elaborazione, già nel 2014, di una roadmap strategica pluriennale che costituisce un documento di posizionamento ufficiale per il manifatturiero, condiviso da tutti i Membri del Cluster, attualmente oggetto di una importante revisione. Ne parliamo con uno degli autori del Documento, il Prof Flavio Tonelli della Scuola Politecnica dell’Università di Genova, che sarà anche uno dei protagonisti dell’evento vicentino.

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